Certo che il concetto di “servizio online”, in Italia, è davvero molto… Boh, diciamo elastico?
Prendiamo il passaporto: uno googla “passaporto”, arriva nell'apposita pagina della Polizia di Stato, scopre con sorpresa che esiste addirittura il “sito di Agenda passaporto [!] Il nuovo servizio della Polizia di Stato per richiedere online il passaporto [!!]”.
Ovviamente clicca, arriva al sito “passaporto elettronico” dove scopre che si deve registrare.
Vabbè, giusto, è il passaporto, mica briciole, un po’ di sicurezza, giusto, giusto, ok.
Si registra (si chiede perché non abbiano utilizzato la Carta Nazionale dei Servizi per la registrazione, ma è solo un attimo, deformazione professionale).
Fa login e scopre che il passaporto online è in realtà la semplice richiesta di un appuntamento presso la questura per consegnare i moduli senza fare la fila.
Cioè: ti prenoti e poi vai a fare la richiesta del passaporto, esattamente come 40 anni fa, solo che puoi prendere l’appuntamento online anziché telefonando. Oppure, ovviamente, puoi semplicemente andarci senza appuntamento. In pratica il “servizio della Polizia di Stato per richiedere online il passaporto” è una macchinetta eliminacode. Però online.
E vabbè, si dice il nostro eroe, almeno faccio i pagamenti online tramite l’home banking o sul sito di Posteitaliane.
E invece no:
- il bollettino premarcato da € 42,50 non può essere pagato online, chissà perché; bisogna andare all’ufficio postale;
- il “contrassegno telematico” da € 73,50 va comprato in rivendita o dal tabaccaio (è telematico, ma renderlo acquistabile online pareva brutto).
UPDATE 2015-03-02: Dal tabaccaio il contrassegno “telematico” può essere pagato solo in contanti, sempre chissà perché.
UPDATE 2017-03-17: Mi si fa notare, in un commento scritto quasi esattamente due anni dopo il precedente update, che il tabaccaio potrebbe accettare il pagamento tramite POS ma non lo fa, per non pagare il 2% di commissioni di circuito; visto che sul contrassegno telematico ci guadagna il 4%, rinuncerebbe alla metà dell’aggio concessogli. NB ho dovuto cercare che cosa significhi "aggio": “Percentuale dovuta agli esattori privati che riscuotono tributi per conto dello Stato”
In definitiva, l’unica cosa online sono i moduli da stampare, compilare e portare in questura.
Lì, poi, si potrà anche aderire al servizio “Passaporto a domicilio”, grazie al quale Posteitaliane consegnerà a casa l’agognato documento per soli € 8,20.
Passaporto elettronico, eh, s’intende.
Tutto tragicamente vero. Ma quando si tratta di PA è proprio l’approccio mentale che è preistorico. Tutto ciò che è “online” nella PA è chiaramente concepito con la stessa mentalità da burocrate anni ’50. Altro esempio è la richiesta del PIN per accedere al sito dell’INPS. Una roba macchinosissima e bizantina assurda!
Unico appunto: il contrassegno da 73.50€ non è che si DEVE pagare in contanti al tabaccaio. È che il tabaccaio non vuole farcelo pagare col bancomat perché, sui contrassegni elettronici, lo Stato gli concede il 4% di guadagno. Se si facesse pagare tramite bancomat dovrebbe pagare il 2% al circuito bancario dimezzando così il guadagno.
Interessante a tal proposito questo post:
http://www.techeconomy.it/2014/09/08/storie-marche-bollo-tabaccai/
Hey, grazie, molto interessante. Non sapevo di questa cosa del 4%.